Il reato di maltrattamenti in famiglia rappresenta un reato abituale, in cui i singoli episodi possono non avere un’autonoma rilevanza penale, ma costituiscono parte della complessiva e costante situazione familiare oppressiva della vittima e compressiva dei suoi diritti di libertà e di espressione. Le ripetute manifestazioni di mancanza di rispetto e di aggressività conservano il loro connotato di disvalore in ragione del loro stabile prolungarsi nel tempo. Si può, dunque, configurare (come nella fattispecie) tale reato a fronte di ripetute violenze fisiche nei confronti della propria moglie, vittima di una continua e perdurante violenza psicologica, essendo oggetto di umiliazioni e di comportamenti prevaricanti, sì da instaurare un generale clima di tensione e paura in casa, con privazione della propria libertà di movimento e di autodeterminazione.
Trib. Vicenza 14 agosto 2020 n. 472