Installare un software spia nello smartphone altrui, chiunque questi sia, costituisce un illecito penale e, in particolare, il reato di interferenze illecite nella vita privata altrui.Il reato scatta anche se la vittima è informata, da terze persone, della presenza dello spy-software sul proprio dispositivo e che, nonostante ciò, continui a telefonare (nel caso di specie, la moglie era pienamente consapevole di essere spiata). Impossibile, in sostanza, parlare di «consenso» da parte della vittima.
Cass. sent. n. 15071/19 del 5.04.2019