Un debito può essere dimostrato anche con un messaggio WhatsApp: nel caso di specie, il suocero aveva prestato del denaro al genero, il quale lo aveva ammesso tramite un messaggio con cui dichiarava “lo so che mi hai aiutato..chi lo nega, ma ricorda le parole, un giorno quando li avrai me li ridarai”. Non si trattava quindi di un atto di liberalità come sostenuto nel processo
Trib. Reggio Emilia sent. 953 del 4 ottobre 2024