Se una persona scopre di essere omosessuale dopo sposata, l’altra può chiedere l’annullamento del matrimonio al Tribunale ecclesiastico. Ma la sentenza del tribunale ecclesiastico può essere convalidata (cd delibazione) solo se non ci sono stati più di tre anni di convivenza «come coniugi» dalla celebrazione del matrimonio. Quindi, se una persona scopre la propria omosessualità entro tale termine, può chiedere l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota e poi far convalidare la pronuncia alla Corte d’appello territorialmente competente, potendosi così risposare in chiesa. Se invece lo fa dopo molti anni, la sentenza ecclesiastica non avrà valore per la legge italiana e la coppia risulterà ancora sposata nonostante la sentenza del tribunale ecclesiastico. Non resterà allora che chiedere la normale separazione e poi il divorzio
Così Cassazione ord. n. 11808/18 del 15.05.2018.