E’ possibile acquisire campioni biologici presso l’ospedale al fine di accertare la paternità naturale. La persona della quale si vuole accertare la paternità non può contrastare l’azione di chi sostiene di esserne figlio sostenendo che non sarebbero utilizzabili i propri dati sanitari senza autorizzazione.
Secondo il Codice della Privacy è infatti possibile “a fini di giustizia” superare il divieto di accesso e utilizzo dei dati sensibili. Il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice può – proprio perché nell’ambito di un processo – acquisire i dati sanitari del presunto padre a seguito della domanda di accertamento di chi aspira a vedersi riconosciuto nella qualità di figlio naturale.
Cassazione civile sentenza n. 8459 del 5 maggio 2020