Molto si discute, in effetti, sulla sindrome da alienazione genitoriale e sul suo fondamento scientifico.
La sindrome da alienazione genitoriale (o PAS, dall’acronimo di Parental Alienation Syndrome) è una dinamica psicologica disfunzionale elaborata dallo psichiatra statunitense Richard Gardner, che si riscontrerebbe sui figli coinvolti in una separazione o divorzio altamente conflittuali. Secondo lo scienziato, la PAS sarebbe frutto di una “lavaggio del cervello” dei figli da parte di un genitore patologico (genitore c.d “alienante”), che comporterebbe la perdita del contatto con la realtà degli affetti e l’esternazione d’atteggiamenti di astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l’altro genitore (genitore c.d. “alienato”). Tale “programmazione” distruggerebbe la relazione fra figli e genitore “alienato” in quanto i primi giungerebbero a rifiutare qualunque contatto con quest’ultimo (vedi Gardner, Richard Alan, dr. -Summer 1985-. Recent Trends in Divorce and Custody Litigation. Academy Forum (Bloomfield: The American Academy of Psychoanalysis and Dynamic Psychiatry) 29 (2): 3-7)
Molto acceso il dibattito sulla validità di tale teoria, sia nel mondo scientifico che giuridico: in generale, infatti, essa non è riconosciuta come un disturbo psicopatologico dalla grande maggioranza della comunità scientifica e legale internazionale.
Allo stato, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) non riconoscela PAS come sindrome o malattia, e non la menziona neppure.
La Società Italianadi Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) nelle sue Linee guida in tema di abuso sui minori, pubblicate nel 2007, ha incluso la PAS tra le possibili forme di abuso psicologico, laddove invece il presidente della Società Italiana di Psichiatria, citato in un articolo del “Corriere del Veneto”, ritiene la PAS “priva di presupposti clinici, di validità e di affidabilità” (Andrea Priante. Bimbi contesi, sei affidi su dieci decisi dalla sindrome dei misteri. Corriere del Veneto, 16 ottobre 2012).
Anche a livello internazionale si dibatte sull’accettabilità e validità scientifica della PAS, ritenendola una teoria non verificata, la quale può comportare conseguenze a lungo termine sui bambini che cercano giustizia e protezione in tribunale (Fields, Hope; Ragland, Erika Rivera (2003). Parental Alienation Syndrome : What Professionals Need to Know. NDAA Newsletter (Alexandria: National District Attorneys Association) 16 (6), addirittura affermandosi che si tratta di una teoria senza prove in grado di minacciare l’integrità del sistema penale e la sicurezza dei bambini vittime di abusi Fields, Hope, Ragland, Erika Rivera (2003). Parental Alienation Syndrome : What Professionals Need to Know. NDAA Newsletter (Alexandria: National District Attorneys Association) 16 (7)
Anche una ricerca spagnola del 2008 haconcluso per la mancanza di rigore scientifico del concetto di PAS, intesa “…solo come un costrutto di natura argomentativa elaborato attraverso fallacie quali pensiero circolare, ragionamento per analogia, ricorso al principio di autorità, intendendo come tale il creatore del concetto stesso di PAS” (Escudero, Antonio; Aguilar Redo, Lola; Cruz Leiva, Julia de la (2008). La lógica del Síndrome de Alienación Parental de Gardner (SAP): “terapia de la amenaza”. Revista de la Asociación Española de Neuropsiquiatría (Madrid: Asociación Española de Neuropsiquiatría) 28 (2) . Nel 2010 la Asociación Española de Neuropsiquiatría ha definito la PAS «un castello in aria» (La Asociación Española de Neuropsiquiatría hace la siguiente declaración en contra del uso clínico y legal del llamado Síndrome de Alienación Parental (PDF). Asociación Española de Neuropsiquiatría, 25 marzo 2010 raccomandando di non utilizzarla in quanto mancante di fondamento scientifico e implicante quando applicata nelle aule di giustizia
(i riferimenti sono tratti da www.wikipedia.org)
Vero è che, in Italia, nell’ambito delle separazioni e divorzi conflittuali, viene spesso invocata la sussistenza di una PAS attuata da un genitore sul figlio al fine di allontanare l’altro genitore dalla vita del minore.
A parere di chi scrive, questa prassi è deprecabile ed estremamente dannosa per il minore. I professionisti dovrebbero tentare di arginare il conflitto genitoriale piuttosto che alimentarlo, incentivando una esacerbazione dei rapporti tra i genitori. La strada da perseguire dovrebbe essere quella del dialogo costruttivo e del confronto, avendo cura di preservare il diritto del minore alla bi genitorialità, ossia alla conservazione di un equilibrato rapporto con entrambi i genitori anche successivamente alla disgregazione del contesto familiare.
Ancor più deprecabile è il mero avallo della PAS, senza un valido riscontro scientifico o giuridico, da parte dei consulenti tecnici e dei Giudici; questi ultimi, in particolare, dovrebbero usare estrema cautela prima di adottare decisioni stigmatizzanti nei confronti un genitore, le quali, inevitabilmente, finiscono per ripercuotersi negativamente sulla vita del minore, con inevitabili pregiudizi per la sua serena crescita e per lo sviluppo equilibrato della personalità: un bambino “disgregato” spesso diventa un adulto problematico e un genitore inadeguato.