Se il marito disattende costantemente le condizioni concordate in sede di separazione consensuale, sottraendosi al dialogo con la moglie, creando notevoli disagi familiari e compromettendo la serenità dei figli, scatta l’ammonimento rivolto al genitore inadempiente ad instaurare un dialogo con la moglie pena, in difetto, la revisione delle condizioni in merito all’affidamento condiviso.
Lo afferma il Tribunale di Vicenza con un recente decreto in un caso in cui il padre non solo rifiutava sistematicamente di rispondere a chiamate, messaggi e mail della moglie, ma organizzava in autonomia e in modo del tutto arbitrario il tempo dei figli, imponendo agli stessi di darne comunicazione alla madre.
Considerando, poi, la giovane età dei bambini, capitava che gli stessi dimenticassero o omettessero le comunicazioni paterne, creando così tensioni e disagi nell’organizzazione familiare.
A causa degli atteggiamenti silenti del marito, spesso, rimanevano estranei alla moglie fatti di particolare gravità relativi alla vita dei minori, come infortuni subiti dagli stessi a scuola o durante le vacanze con il padre. Succedeva altresì che questi decidesse di prolungare i giorni di vacanza con i figli senza darne comunicazione alla moglie e senza rispondere alle ripetute chiamate telefoniche di quest’ultima.
Accadeva, poi, che lo stesso, responsabile di prelevare i bambini da scuola, omettesse di comunicare alla moglie eventuali ritardi o imprevisti, generando situazioni spiacevoli per i figli.
La mancanza di dialogo tra i coniugi, inoltre, dava luogo a notevoli malintesi in merito a chi avrebbe dovuto prelevare i bambini da scuola o semplicemente dalla casa familiare.
A fronte di un simile comportamento, i Giudici non ritengono tuttavia di modificare il regime dell’affido, disponendo quello esclusivo, bensì ammoniscono l’uomo a dialogare con l’ex moglie, e solo nel caso in cui questi non si conformi a un simile comportamento, sarebbe ipotizzabile la revisione delle modalità d’affidamento.