Non esiste norma che stabilisca la misura minima del contributo che ciascuno dei coniugi è tenuto a fornire alla famiglia; come pure non esiste norma che stabilisca come devono essere distribuiti tra i coniugi i diversi pagamenti che accompagnano lo svolgersi della vita ordinaria della maggior parte delle famiglie (spese per i viveri e per il vestiario; spese per l’auto e per la casa; imposte e tasse, ecc.). Sotto l’aspetto economico, per determinare l’entità della contribuzione, rilevano in primo luogo le sostanze di cui dispone ciascun coniuge (ragion per cui il coniuge, che percepisce uno stipendio più alto, assume generalmente in famiglia l’impegno monetario di maggiore consistenza), ma occorre tener conto anche degli apporti effettuati da ciascun coniuge al momento delle nozze, nonchè della circostanza che, come già rilevato, l’obbligo di contribuzione può essere assolto non soltanto con l’attività lavorativa professionale o mettendo a disposizione beni personali (come la casa o l’auto), ma anche il lavoro casalingo
Cass. Civ., Sez. II, Ord., 21 giugno 2023, n. 17765
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