Il reato di maltrattamenti sussiste quando l’agente sottoponga il soggetto passivo ad una serie di sofferenze fisiche e morali in modo che i singoli atti vessatori siano uniti tanto da un legame di abitualità (elemento oggettivo), quanto dalla coscienza e volontà di porre in essere tali atti (elemento soggettivo), non rilevando invece eventuali e sporadiche reazioni, benché violente, della vittima, determinate solo da uno stato di esasperazione.
Corte d’Appello pen. di Taranto, 15 novembre 2022
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