L’ex convivente ha diritto a vedersi restituito il denaro con cui ha aiutato la compagna a ristrutturare e arredare la casa a lei intestata, dove i due avevano convissuto per un breve periodo. Ciò che si realizza in capo alla proprietaria della casa è un ingiustificato oggettivo arricchimento poiché in caso di vendita trarrebbe un notevole profitto dal conferimento effettuato dal compagno in precedenza. Tale arricchimentonon trova giustificazione nell’obbligazione naturale perché l’attribuzione patrimoniale (cento milioni di lire) era stata effettuata nel contesto di una vita familiare in comune non connotata da particolare agiatezza e benessere, peraltro protrattasi per un periodo di tempo non lungo, sicchè la dazione appare “significativa” e, pertanto, estranea agli esborsi necessari alla condivisione della vita quotidiana.
Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, seconda sezione civile, nella sentenza n. 21479/2018 respingendo il ricorso di una donna che era stata condannata a restituire all’ex convivente oltre 50mila euro.