La società cambia, e anche l’ Italia si adegua.
Ancora forti sono le resistenze culturali al riconoscimento delle coppie di fatto omosessuali, talmente forti che il coming out, cioè la rivelazione delle proprie tendenze omosessuali, è nel nostro Paese raro e difficile. Se poi si parla di omogenitorialità, l’argomento diventa taboo.
Ma l’omosessualità, definita dall’OMS una variante naturale del comportamento umano, è un dato reale che fa parte della società da sempre, non è una malattia, non è una condizione da condannare: ogni società civile dovrebbe pienamente integrare le coppie omosessuali, e non relegarle ai propri margini.
La condanna sociale è tuttavia molto spesso la regola, mentre la piena accettazione costituisce l’eccezione. Di ciò pare essere coscente l’Ospedale di Padova, che dando segno di grande civiltà, ha dotato le due mamme del figlio appena nato di uno speciale braccialetto di riconoscimento, ove, in luogo della dicitura “madre” o “padre”, è indicato semplicemente “partner”.
La novità non sta tanto, a parere di scrive, nel fatto che l’ospedale abbia aperto le porte alle coppie gay (mi chiedo infatti come avrebbe potuto chiuderle, negando l’assistenza sanitaria sul presupposto dell’orientamento sessuale), bensì nella scelta di una dicitura diversa da quella normale, che alla coppia di genitori, entrambe donne, avrebbe certamente creato forte imbarazzo: segno di rispetto, dunque. Un plauso ai clinici.