Rumore intollerabile protratto per molto tempo, proveniente dal locale piano bar vicino: risarciti gli abitanti della zona perché sono stati lesi molti diritti, tra cui il diritto al riposo notturno, alla serenità e all’equilibrio della mente, ed alla vivibilità delle loro case.
La violazione di questi diritti, inoltre, come confermato dalla Cassazione con sentenza n.26899/2014, può essere provata anche per presunzioni.
Schiamazzi e diffusione di musica ad alto volume fino a notte inoltrata portano gli abitanti a chiedere al Tribunale di mettere fine all’attività di disturbo, nonché a condannare i proprietari del bar al risarcimento dei danni. E la Cassazione conferma la condanna sottolineando che tali immissioni hanno determinato «una significativa lesione degli interessi della persona umana costituzionalmente garantiti», quali, ad esempio, il diritto al riposo notturno, alla serenità e all’equilibrio della mente, ed alla vivibilità delle loro case. Tutti diritti, questi ultimi, che vengono seriamente messi a repentaglio dal rumore protratto per ore (notturne!) e di cui «può ritenersi acquisita la prova anche per presunzioni».