E’ legittima la statuizione che fissi l’assegno divorzile in un ammontare contenuto, se raffrontato alle condizioni economiche delle parti, tenendo conto della natura composita dell’assegno medesimo, che assolve non solo ad una funzione assistenziale, ma anche ad una funzione equilibratrice e perequativo-compensativa.
nel caso di specie il marito era un ricco imprenditore, la moglie aveva lasciato il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Tenuto conto del patrimonio di lei (circa 300.000 euro tra liquidità e gioielli), in ogni caso di gran lunga inferiore a quello di lui, viene ritenuto equo un assegno divorzile di 600 euro.
Cass. civile, sentenza 3 novembre 2023, n. 30712
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