Il coniuge nella causa di separazione ha diritto di conoscere dal Fisco i rapporti che l’altro intrattiene con banche e finanziarie senza che sia il giudice ordinario a dover ordinare l’ostensione dei documenti custoditi dall’anagrafe tributaria.
L’amministrazione finanziaria ha trenta giorni per mostrare alla richiedente i rapporti che l’ex coniuge ha intrattenuto negli ultimi dieci anni con intermediari finanziari in qualità di delegante o delegato: banche e poste. E ciò perché il richiedente, che si sta separando o sta per divorziare, ha un interesse giuridico concreto e attuale da tutelare. L’istanza, d’altronde, è compatibile con la legge che impone a istituti di credito, società di gestione del risparmio, fondi pensione e aziende analoghe di comunicare all’anagrafe tributaria le operazioni compiute dai contribuenti al di fuori da rapporti continuativi. Insomma: le Entrate devono consentire l’accesso a tutti i documenti che si trovano con semplici interrogazioni nelle sue banche dati.
Tar Marche, sent. n. 658/2019