Ai tempi del Covid-19 la frequentazione tra genitore non collocatario e figlio va sospesa oppure no?
Non esiste una risposta univoca, ma la giurisprudenza, e la legge, paiono tendere per la sospensione, salvo consentire ampio ricorso ai colloqui a mezzo Skype o altri strumenti telematici.
Dopo che il Tribunale di Milano, con decreto dell’11 marzo, aveva autorizzato gli incontri, sono seguite pronunce di segno opposto: sospensione degli incontri protetti (Tribunale di Matera, 12 marzo 2020), sostituiti da video call o collegamenti Skype con il genitore non convivente (Corte di appello di Lecce, 20 marzo 2020). Ancora, il diritto di visita potrà però essere esercitato da remoto con videochiamate o Skype (Corte d’appello di Bari e Tribunale di Napoli, 26 marzo 2020).
Naturalmente, sempre tenendo conto della situazione ossia se c’è il pericolo che non siano rispettate le misure precauzionali per la sicurezza della salute dei minori
Nel caso in cui le visite debbano avvenire alla presenza dei servizi sociali, Il Tribunale di Terni (30 marzo 2020) ha autorizzato la frequentazione protetta padre-figli tramite Skype o Whatsapp con l’assistenza da remoto degli operatori dei servizi sociali. All’opposto il Tribunale di Busto Arsizio (3 aprile 2020) ha chiesto ai servizi sociali di spiegare la scelta di sostituire gli incontri di persona padre-figli con videochiamate, affermando che la decisione non può discendere solo da ragioni di «opportunità» ma solo da preclusioni normative.
Nel variegato panorama giurisprudenziale l’emendamento all’art. 83 del decreto legge 18/2020 dispone al comma 7-bis: «Salvo che il giudice disponga diversamente, per il periodo compreso tra il 16 aprile e il 31 maggio 2020, gli incontri tra genitori e figli in spazio neutro (…) disposti con provvedimento giudiziale sono sostituiti con collegamenti da remoto che permettano la comunicazione audio e video tra il genitore, i figli e l’operatore specializzato (…). Nel caso in cui non sia possibile assicurare il collegamento da remoto gli incontri sono sospesi».
La frequentazione virtuale è quindi la soluzione utile in un momento in cui i genitori dovrebbero trovare un punto di incontro senza ostacolarsi, tenendo conto del primario diritto del minore alla salute, salvo il ripristino delle modalità normali di frequentazione ad emergenza cessata.