Se un conto corrente bancario è cointestato, il denaro ivi giacente si presume essere in pari parte di proprietà dei cointestatari; ma è possibile provare che le cose stanno diversamente, cioè che le giacenze appartengono a uno soltanto dei correntisti.
Lo precisa la Cassazione con la sentenza 809/2014 in un caso in cui la moglie rivendicava la metà del denaro giacente sul conto cointestato col marito. La Corte le dà torto, precisando che la presunzione di contitolarità può essere vinta dando la prova, ad esempio, che il conto corrente è sempre stato alimentato col denaro di uno solo dei cointestatari (pensione, stipendio, ecc..), oppure uno dei due sia privo di redditi e non abbia mai avuto un proprio patrimonio.
Ne vale invocare la donazione, poichè la donazione è un contratto che richiedere la forma dell’atto pubblico a pena di nullità.