La Corte europea dei diritti umani, con la sentenza 30 giugno 2016 Taddeucci e McCall contro Italia (ricorso n. 51362/09), ha condannato l’Italia per la violazione degli artt. 8 e 14 per aver negato il permesso di soggiorno a una coppia dello stesso sesso.
Costituisce discriminazione diretta sulla base dell’orientamento sessuale nel godimento del diritto alla vita famigliare la mancata concessione al partner omosessuale (straniero non UE) del permesso di soggiorno per motivi familiari.
Il Governo italiano aveva invocato la legittimità del diniego in quanto il medesimo trattamento era riservato alle coppie eterosessuali non legate da vincolo coniugale. Peraltro l’assenza di riconoscimento e regolamentazione delle unioni omosessuali non è giustificata da alcuno dei motivi “solidi e imperativi” alla luce dei quali deve essere valutato l’eventuale trattamento differenziato delle coppie omosessuali. Tale non sarebbe, in particolare, il fine della tutela della “famiglia tradizionale”.
La coppia otterrà un risarcimento di 20.000 euro a titolo di danno morale e 18.924 a titolo di spese legali.