Secondi i principi di diritto dettati dalle Sezioni Unite con la sentenza n.18287/2018, il sacrificio della moglie che rinuncia a lavorare per dedicarsi alla famiglia e aiutare il partner nella carriera ha diritto ad essere ricompensato: spetta quindi l’assegno divorzile (nella misura massima di un terzo del reddito mensile nella disponibilità del marito) alla moglie che ha rinunciato ad utilizzare il proprio titolo professionale per seguire il coniuge nei trasferimenti da una città all’altra. Ciò può impedire, al momento del divorzio, di trovare un’occupazione e dunque la donna ha diritto ad essere mantenuta.
Trib. Pescara, sent. n. 1248/18 del 29.08.2018