La valutazione della situazione di pregiudizio per il minore nel continuare a vivere con i suoi genitori naturali va condotta in modo rigoroso: essa deve prendere in considerazione la reale e obiettiva situazione del minore e deve fondarsi su precisi parametri, quali l’inidoneità dei genitori, l’esistenza di ragioni, gravi e significative, a fondamento di tale inettitudine, la sussistenza di danni, gravi e irreversibili, per la crescita del minore.
L’affido temporaneo etero-familiare, rappresenta un intervento destinato a rimuovere situazioni di difficoltà e di disagio familiare all’esercizio della responsabilità genitoriale e a porsi in funzione strumentale alla tutela riconosciuta, con carattere prioritario, dall’ordinamento al diritto del minore a crescere nella propria famiglia d’origine.
L’impegno delle Istituzioni e dei servizi Sociali, alla luce dei principi esposti, deve essere quello di favorire il recupero del rapporto genitoriale, garantendo adeguato supporto alla madre, sia logistico, sia psicologico, affinché possa ricostruire una valida relazione con il minore.
Corte d’Appello di Catanzaro, 21 marzo 2022
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