Negata la possibilità di indicare due madri nell’atto di nascita di una bambina nata in Italia da una coppia di donne omosessuali che hanno fatto ricorso all’estero alla procreazione medicalmente assistita.
In sostanza, i Giudici di legittimità escludono che al fine di acquisire il ruolo di genitrice sia sufficiente che la madre non biologica (o intenzionale), abbia prestato il proprio consenso alla sottoposizione da parte della compagna alla tecnica di procreazione medicalmente assistita, seppur svolta all’estero.
Cass. civile, sentenza n. 7668/2020