l’anomalo utilizzo degli strumenti telematici (nel caso di specie la chat di WhatsApp) potrebbe essere sintomatico di una scarsa vigilanza ed educazione da parte dei genitori, i quali, sono tenuti a garantire un’educazione consona alle proprie condizioni socio-economiche e, ad adempiere un’attività di verifica e controllo sul sano sviluppo psicofisico del minore.
Nel caso di specie l’anomala condotta attuata dal minore (che utilizzando la chat istantanea di whatsapp, minacciava una sua coetanea con messaggi continui tanto da generarle uno stato di ansia e di preoccupazione e indurla di conseguenza a modificare le sue abitudini di vita) avuto riguardo anche alla pericolosità del mezzo utilizzato per perpetrarla, hanno reso necessaria un’attività di monitoraggio e supporto del giovane e della madre al fine di verificare le effettive capacità educative e di vigilanza da parte della stessa.
Trib. Min. Caltanissetta 8 ottobre 2019