Mandare troppi messaggi su WhatsApp può configurare lo stalking.
Il fastidio manifestato dal destinatario vale una condanna per stalking, aggravata dall’uso del mezzo informatico. La Corte ha respinto la tesi difensiva secondo cui «non può essere qualificata la messaggistica telefonica tra solo due soggetti come mezzo informatico». I giudici chiariscono che non è discutibile «l’aggravante dell’uso del mezzo informatico», alla luce dell’«impiego di messaggistica WhatsApp».
Cass. sent. n. 3989/19 del 28.01.2019
In passato la Cassazione ha affermato che gli insistenti messaggi sul cellulare, anche se inviati con WhatsApp, possono costituire reato. Nei casi più lievi si parla del reato di molestie, quando però i messaggi diventano tali da creare allarme e ansia nella vittima, fino a farla temere per la propria incolumità o cambiare le abitudini di vita (fosse anche disinstallare l’app dallo smartphone), scatta lo stalking