il coniuge che accede al conto corrente online dell’altro, senza aver ricevuto il consenso, ma eventualmente conoscendo le password di accesso fornite in precedenza magari per un uso sporadico, commette il reato di accesso abusivo a sistema informatico per il quale il codice penale prevede la reclusione fino a tre anni (art. 615 ter c.p.) . Ci si può liberare dall’accusa solo dimostrando di avere ottenuto una delega apposita che potrebbe essere anche tacita : è il caso, ad esempio, di un comportamento concludente come la consegna del token, ossia la “chiavetta” generatrice di codici numerici necessari ai pagamenti online.
Le informazioni ottenute non potranno essere usate nel procedimento di separazione dal coniuge: gli estratti conto non possono costituire un elemento di prova in quanto acquisiti illegittimamente e il giudice non potrà tenerne conto.
Lo ha affermato la Corte di Cassazione con la sentenza. n. 14627/2018 del 30.03.2018.