Spese straordinarie per i figli di genitori separati: quali sono?
Spesso la distinzione tra ordinario e straordinario è fonte di discussione tra genitore separati: il padre che venga richiesto dall’ex moglie di rimborsare periodicamente spese ulteriori sostenute per la prole, rispetto all’assegno mensile, si chiede cosa sia lecito e cosa non lo sia. La legge tace sul punto, ma i Giudici in diverse occasioni hanno enucleato i tratti distintivi tra assegno di mantenimento e spese extra.
Di recente, sul tema è intervenuto anche il Tribunale di Palermo, a giudizio del quale l’acquisto di vestiti e dei libri è una spesa ordinaria che rientra nell’assegno di mantenimento versato dal padre in favore dei figli; gli extra, da concordare con la madre, sono le tasse universitarie, gli stage e gli sport.
Il concetto di straordinarietà delle spese mal si concilia sia con le spese di modico valore, sia con gli esborsi connotati da prevedibilità e normalità nell’ordinario assetto di vita domestica di una famiglia media – quali le spese per l’acquisto del vestiario, di libri scolastici o di materiale di cancelleria, per l’igiene personale o le esigenze domestiche – al cui soddisfacimento è precipuamente deputato l’assegno di mantenimento.
Piuttosto, il novero delle spese straordinarie rimane circoscritto a tutte le spese rese necessarie da avvenimenti o scelte che trascendono le normali e prevedibili esigenze di vita quotidiana dei figli, sempre che gravose in rapporto alle sostanze familiari, utili e necessarie, non necessariamente isolate nel tempo, ma neppure del tutto ricorrenti, quali le spese mediche non coperte dal SSN, spese di istruzione (viaggi scolastici, tasse universitarie, stage di studio al di fuori dal comune di residenza del figlio), o sportive e ricreative, queste ultime sempre che previamente concordate tra i genitori, che ne valutano la congruenza rispetto alle proprie risorse ed alle ulteriori indispensabili esigenze di vita del nucleo familiare.