Gli sms dell’amante costituiscono prova dell’avvenuto tradimento e, quindi, sono sufficienti ad avvalorare la richiesta di separazione con addebito a carico del coniuge che ha violato l’obbligo di fedeltà. Lo ha sancito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 5510/2017.
Nel caso di specie il marito sosteneva che l’affectio coniugalis nei confronti della moglie era da tempo in crisi, e la scoperta della sua relazione extraconiugale aveva solo “aggravato una crisi coniugale presente da tempo”. Ma la Cassazione è di diverso avviso, e sostiene che a determinare la crisi coniugale è stata la scoperta dell’infedeltà, fatta dalla moglie attraverso la lettura di messaggi inequivocabili sul cellulare del marito .