Né l’art. 337 ter c.c. né la Carta Costituzionale, assegnano rilevanza o prevalenza giuridica al criterio della maternal preference (secondo il quale i bambini in età scolare devono essere collocati in via prevalente presso la madre, anche qualora il padre dimostri eccellenti capacità genitoriali), da ritenersi superato, in virtù del principio della bigenitorialità e di quello di parità genitoriale, dalle normative incentrate sul criterio della neutralità del genitore affidatario (c.d. gender neutral child custody laws).
Pertanto, non potendo il solo genere determinare una preferenza per l’uno o per l’altro genitore, il collocatario in via preferenziale potrà essere sia il padre sia la madre in forza di una scelta da effettuarsi considerando il preminente interesse del minore.
Lo afferma il Tribunale di Milano con decreto 19.10.2016, ponendosi in linea anche con la tendenza europea e la giurisprudenza della CEDU, secondo cui è all’interesse del minore nel caso concreto che occorre far riferimento e, quindi, l’indagine sull’individuazione del genitore collocatario va fatta tenendo conto degli elementi di fatto, senza alcuna predeterminazione in base ad apriorismi.