Il Tribunale di Roma (sent. n. 6432/2016) ha stabilito che non è reato l’aver aperto e letto i messaggi presenti sul cellulare del partner.
Precisano i giudici che la condotta è lecita allorquando l’apparecchio telefonico è lasciato incustodito in casa.
In tale ipotesi vi è un affievolimento della tutela della riservatezza in quanto, in costanza di convivenza, si presume che gli oggetti presenti in casa possano essere utilizzati da entrambi i coniugi. Caso diverso è quello riguardante l’ipotesi in cui il cellulare fosse provvisto di codice di accesso. In tal caso, nell’ipotesi di utilizzazione dei dati personali, vi sarebbe la configurazione del reato poiché mancherebbe la presunzione tacita di autorizzazione all’utilizzo del bene.