«Disorientamento» e «confusione mentale» non sono elementi sufficienti a dedurre l’incapacità naturale del testatore con conseguente annullamento del testamento olografo neppure se sono i primi sintomi di una malattia progressiva. Lo ha stabilito il Tribunale di Firenze con la sentenza del 28 gennaio 2015 n. 285 respingendo, sotto questo profilo, la domanda di un figlio del de cuius.