Se vi è un forte contrasto con i genitori del minore, i nonni non hanno il diritto di frequentare i nipoti: bisogna evitare che il bambino venga coinvolto in un conflitto interfamiliare a cui lui è estraneo, e che spetta agli adulti risolvere.
Pienamente condivisibile la decisione della Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 8100 del 21 aprile 2015, ha respinto il ricorso dei nonni che chiedevano di vedere e stare con il nipote adolescente nonostante il grave conflitto in essere con i suoi genitori.
Secondo gli Ermellini, l’articolo 1 della legge sull’affido condiviso, nel prevedere il diritto dei minori di conservare rapporti significativi con gli ascendenti ed i parenti di ciascun ramo genitoriale, non attribuisce loro un autonomo diritto di visita, ma affida al giudice un elemento ulteriore di indagine e di valutazione nella scelta e nell’articolazione di provvedimenti da adottare in tema di affidamento, nella prospettiva di una rafforzata tutela del diritto ad una crescita serena ed equilibrata del minore. Il Giudice deve quindi decidere sempre tenendo conto dell’interesse prevalente del minore e i relativi provvedimenti devono essere modificabili se occorre attuare la miglior tutela in favore del minore.
Nel caso di specie, la Cassazione ha ritenuto che la sentenza di merito fosse corretta poiché non negava il diritto dell’adolescente (che aveva peraltro espresso opinione negativa) a intrattenere e conservare significativi rapporti con i propri ascendenti ma piuttosto lo tutelava preservandolo da una situazione di conflitto che determina una condizione ansiogena e non corrispondente alle sue esigenze di serenità e di crescita.