Simulare una separazione coniugale al fine di apparire nullatenente, trasferendo la proprietà della casa o di altri beni al coniuge, per sottrarli alla riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate, espone il coniuge al rischio di una condanna per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (se il debito col fisco del coniuge che si spoglia della casa è superiore a 50.000 euro e deriva da imposte sui redditi o IVA – non da altri tributi, come quelli locali) oltre che all’azione di simulazione da parte dell’AE, che rende nullo il trasferimento attuato
Cass. civile sent. n. 8259/2025