Il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico riguarda sia l’atto di entrare nell’ account altrui che l’atto di mantenersi all’interno dello stesso senza avere prima ricevuto il consenso espresso del titolare. La legge punisce sia il pirata informatico sia chi , pur avendo ricevuto username e password dal titolare per uno scopo legittimo, (come per esempio un aiuto nel gestire il profilo Facebook), si trattenga all’interno dell’account per scopi diversi dal compito assegnato. Commette reato anche chi, approfittando della dimenticanza altrui di effettuare l’uscita dal sistema, entri nella email o nel profilo altrui. Il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico si realizza mediante l’atto di accesso al posto del titolare. A nulla vale come scusa la conoscenza della password per motivi precedenti né importa se username e password sono rimasti memorizzati sul computer di casa. Il solo fatto che esista una password vuol dire che c’è la volontà di escludere altre persone dall’accedere a dati personali. La tutela data dalla legge si estende a tutti i tipi di messaggistica, non solo email, ma anche chat Skype e altri programmi di messaggistica istantanea.
Se si accede ad un account e si scarichi il contenuto per poi divulgarlo si potrà essere ritenuti responsabili anche di altri reati. La divulgazione del contenuto delle emails comporta la responsabilità per il reato di violazione di corrispondenza mentre la divulgazione di dati personali presi da un account Facebook comporta la realizzazione del reato di trattamento illecito di dati personali